Tensione superficiale

Home  /  on-demand  /  Current Page

di Giovanni Aloi
con Cristiana Dell’Anna, Philipp Peter Heidegger, Benno Steinegger, Francesca Sanapo
genere: drammatico – durata: 90 minuti – produzione: Italia 2020

Una storia di confine, in “Tensione superficiale”, la vicenda di Michela infiamma un paese ghiacciato.

Michela è una ragazza-madre di trent’anni. Insoddisfatta del lavoro di receptionist in un hotel sul lago di Resia, estenuata dagli orari che le permettono di vedere solo di rado il figlio, decide di dare una svolta alla propria vita. Varca così il confine, per lavorare come prostituta nel week-end: in Austria, a pochi chilometri di distanza, le ragazze che vendono il proprio corpo sono tutelate dalla legge e ricevono lauti stipendi. Non appena però in paese si sparge la voce del suo nuovo lavoro, tutta la comunità le si rivolta contro, isolandola. La ragazza diventa il capro espiatorio perfetto e il suo “segreto” porterà alla luce le ipocrisie quotidiane del paesino montano in cui vive.
Riuscirà a reagire, rifugiandosi nei valori più tradizionali: la famiglia, la dura vita di montagna, i rituali della comunità. Passata quindi attraverso la crudeltà dei suoi concittadini, la donna infine arriverà a riconciliarsi con l’ex marito e l’intero paese, senza rinunciare alla propria volontà di autodeterminarsi.


BIGLIETTO SALA VIRTUALE: POSTO UNICO € 7,90

ACQUISTA IL TUO BIGLIETTO

 


 
APPROFONDIMENTO
Cristina Quattrociocchi per cinemonitor.it

La protagonista Michela è una donna semplice, che non cura il suo aspetto, ha un figlio, è sola, lavora in un albergo, è una donna con lo sguardo sempre malinconico e rivolto verso il basso, una donna che dice di se stessa “io non so fare niente”; al contrario Anna è l’emblema della femme fatale, biondissima con le labbra carnose, dedita al lusso e alla bella vita, è una escort e non ha alcuna intenzione di sentirsi schiacciare dal resto del mondo. L’incontro tra questi due ossimori inizia a mostrare un primo cambiamento in Michela, uno spiraglio di luce che si divincola tra passato e futuro, tanto che l’alternanza delle scene tra la sua vita quotidiana nel paesino e quella nuova vita che le si prospetta davanti rende palese la presenza di due Michela diverse, una ancora timida e impacciata e l’altra più sicura ed estroversa. Questo limbo in cui la donna si ritrova è peggiorato dal fatto che elementi del passato pretendano di essere presenti anche nel futuro e Michela deve scegliere: cambiare o tornare indietro. La donna inganna lo spettatore mostrando sottomissione e accondiscendenza, ma solo per introdurre una nuova espressione, una nuova sicurezza sul volto, la donna non ha più paura degli altri e dei loro giudizi. Il mutamento pensato per il personaggio di Michela è lento e mai pienamente compiuto fino all’ultimo minuto, la donna mantiene i suoi valori e le sue idee, la sua è una crescita interiore stimolata dall’esterno, nulla cambia infondo se non una consapevolezza: Michela ora è una donna visibile dopo anni di invisibilità.