15.00 e 19.30 Minari / 17.30 Nomad

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Domenica 2 maggio


/ CINEMA ore 15.00 e ore 19.30

MINARI

di Lee Isaac Chung
con Steven Yeun, Ye-ri Han, Yuh Jung Youn, Alan S. Kim, Noel Cho, Will Patton
genere: drammatico – durata 115 minuti – produzione: Stati Uniti 2020

La seconda volta. La seconda stagione. La seconda ondata. Le seconde generazioni. E un nuovo inizio, dunque, una nuova frontiera e il sogno che la costruisce

Premiato ai Golden Globes, vincitore del Premio della Giuria e del Premio del Pubblico al Sundance FF, ha 6 nomination agli Oscar.

Tutto ha inizio quando Jacob, immigrato coreano, trascina la sua famiglia dalla California all’Arkansas, deciso a ritagliarsi la dura indipendenza di una vita da agricoltore negli Stati Uniti degli anni ’80. Sebbene Jacob veda l’Arkansas come una terra ricca di opportunità, il resto della sua famiglia è sconvolto da questo imprevisto trasferimento in un fazzoletto di terra nell’isolata regione dell’Ozark. L’arrivo dalla Corea della nonna, donna imprevedibile e singolare, stravolgerà ulteriormente la loro vita. I suoi modi bizzarri accenderanno la curiosità del nipotino David e accompagneranno la famiglia in un percorso di riscoperta dell’amore che li unisce.

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Ingresso in sala

È fortemente consigliato l’acquisto online dei biglietti che non avranno alcun sovrapprezzo rispetto al normale costo di biglietteria.
La sala è allestita in modo da garantire la massima sicurezza e un distanziamento ben superiore a quello imposto dalla legge.

Il biglietto acquistato prevede un posto numerato che vi chiediamo di rispettare.

Costo biglietti
Intero • € 8,00
Ridotto soci UniCoop Firenze • € 6,00
Ridotto over 65 (fino alle ore 18.30, esclusi festivi e prefestivi) • € 6,00
Omaggio bambini • ingresso omaggio solo la domenica
Ridotto studenti under 18 • € 5,00
Ridotto studenti universitari (solo per ultima replica del giorno) • € 5,00

 

ACQUISTA BIGLIETTO ONLINE
(senza nessun sovrapprezzo)

 

APPROFONDIMENTO
Federico Pontiggia per cinematografo.it

Come il Paese che lo ospita, il cinema statunitense si rinnova per accoglienza nel proprio corpo del corpo estraneo, per innesto: anziché pretendere di raccontare l’altro, fa sì che l’altro si possa raccontare, scoprendo quindi una comunanza di tensioni, desideri e, perché no, successo. Lee Isaac Chung tiene fede metaforica, e ideologica, al titolo che s’è scelto: minari è un’erba piccante coreana che diventa più rigogliosa nella sua seconda stagione di crescita, e così la seconda generazione, il regista in fondo, grazie al sacrificio dei genitori. Quante volte l’abbiamo già letta, vista, sentita questa storia? Appunto, ma anziché limitazione è un pregio: Minari scommette sull’originalità del racconto, ovvero l’empatia della scrittura, il respiro della partitura (anche musicale, ovvio), la sapienza del tratto, il guizzo della memoria. Ma forse, in fondo, anzi, nel profondo a farci innamorare di Minari è che dietro le sue buone maniere, dietro la scelta di aguzzare lo sguardo anziché alzare la voce è un film, e un’idea di mondo e di arte, che non abdica al conflitto, dell’Uomo contro la Natura (e lo Stato), dell’Uomo con la Donna, dei Vecchi con il Futuro, e dei Giovani con il Passato. E che prima di trovare un’acqua salvifica sa votarsi al fuoco purificatore, consapevole che non esista conforto senza contrasto, ripartenza senza terra bruciata, sintesi senza antitesi.
Minari è un grande film, perché ha scelto di essere anziché sembrare, di costruire anziché rimaneggiare. Ha rischiato, insomma, di raccontare ancora una volta una storia che conoscevamo.


/ CINEMA ore 17.30

NOMAD – In cammino con Bruce Chatwin

di Werner Herzog
con Werner Herzog, Bruce Chatwin, Karin Eberhard, Nicholas Shakespeare, Elizabeth Chatwin
genere: documentario – durata: 85 minuti – produzione: Gran Bretagna 2019

Un documentario magnifico in cui due grandi “follie” si mescolano in un’oasi di cinema immaginifico in viaggio per il mondo.

«Trasmette un senso di profonda bellezza e primordiale mistero.» – Variety

Un dialogo intimo che Herzog imbastisce con il viaggiatore-scrittore Bruce Chatwin, uno dei più grandi autori del Novecento. Durante gli ultimi anni della vita di Bruce Chatwin il regista tedesco Werner Herzog ha collaborato con lo scrittore inglese ad alcuni progetti e fra i due è nata un’amicizia istintiva e profonda. In Nomad, Herzog ripercorre le tracce dei pellegrinaggi che Chatwin ha compiuto alla ricerca dell’anima del mondo, attraversando continenti con l’inseparabile zaino che ora appartiene a Herzog e che diventa il terzo protagonista del film.

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Ingresso in sala

È fortemente consigliato l’acquisto online dei biglietti che non avranno alcun sovrapprezzo rispetto al normale costo di biglietteria.
La sala è allestita in modo da garantire la massima sicurezza e un distanziamento ben superiore a quello imposto dalla legge.

Il biglietto acquistato prevede un posto numerato che vi chiediamo di rispettare.

Costo biglietti
Intero • € 8,00
Ridotto soci UniCoop Firenze • € 6,00
Ridotto over 65 (fino alle ore 18.30, esclusi festivi e prefestivi) • € 6,00
Omaggio bambini • ingresso omaggio solo la domenica
Ridotto studenti under 18 • € 5,00
Ridotto studenti universitari (solo per ultima replica del giorno) • € 5,00

 

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(senza nessun sovrapprezzo)

 


APPROFONDIMENTO
Leonardo Lardieri per Sentieri Selvaggi

Forse bisognerebbe concedere alla natura umana un’istintiva voglia di spostarsi, un impulso al movimento in senso più ampio. Più che sottrarre qualcosa alla verità, Chatwin ed Herzog aggiungono sempre qualcosa di inaspettato, di inconsueto, di memorabile complessità. I due nomadi rinunciano, abbandonano i rituali collettivi e poco si curano dei processi razionali dell’apprendimento. Tutta l’infelicità del mondo proviene dall’incapacità di restar fermo in una stanza. La concatenazione delle affinità elettive crea una nuova geografia mentale del mondo, che in un susseguirsi di immagini vertiginose fotografa la vita, la morte e il destino dell’uomo sotto tutte le latitudini. Ad un certo punto appaiono centinaia e centinaia di mulini a vento: in quelle immagini di mulini al vento, quanto c’è della follia visiva di Herzog e della debordante scrittura di Chatwin? C’è la necessità di muoversi sempre e nello stesso tempo l’urgenza di fissare ossessivamente qualcosa, perché le orme del passato non restano fissate a lungo, si modificano e si mescolano con i cambiamenti repentini del contemporaneo, in una tendenza nevrotica a camminare senza una meta precisa, fatta di fughe improvvise e falsa quiete estatica.