Il caso Braibanti

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di Carmen Giardina, Massimiliano Palmese
con Lou Castel, Maria Monti, Pier Giorgio Bellocchio, Mauro Conte, Alessandra Vanzi, Fabio Bussotti, Ferruccio Braibanti
genere: documentario – durata: 60 minuti – produzione: Italia 2020

A stupire, mentre si guardano le immagini del documentario Il caso Braibanti, è che non sia stato realizzato prima, che nessuno finora avesse pensato a rievocare quella vicenda drammatica e ingiusta: il processo-farsa che nell’Italia del 1968 si svolse contro Aldo Braibanti, una figura nota nel mondo della cultura d’avanguardia di quegli anni, poeta, artista visivo, pedagogo attivissimo, antifascista, intellettuale dalle molteplici curiosità, reo di avere una storia d’amore con un giovane allievo, Giovanni Sanfratello.

In un’Italia attraversata dai fermenti ribelli della contestazione, il caso Braibanti costituì una delle occasioni di rivalsa per la risacca reazionaria, grazie all’intervento di bigotti magistrati che colsero nel processo l’opportunità per ristabilire l’ordine morale di una società che i benpensanti ritenevano in pericolo.

D’altronde, in quell’anno così particolare Braibanti rappresentava il nemico perfetto per la destra, erede di quei fascisti che da ragazzo lo torturarono trovando in lui un eroico stoicismo. Omosessuale, intellettuale, anarchico, si guadagna l’ostilità anche del Pci, poco disponibile a schierarsi dalla parte di un personaggio così fuori norma rispetto al canone comunista.
A favore dell’accusato si espressero Marco Pannella, Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, Umberto Eco che seguirono e commentarono aspramente il processo. E soprattutto Elsa Morante, “che non dormiva” sapendo Braibanti e Sanfratello in quelle condizioni (le presta la voce la stessa Giardina, sottolineando quanto della vicenda la scrittrice degli ultimi sia in un certo senso la narratrice segreta).
Unico condannato per plagio nella storia d’Italia, Braibanti trascorse due anni in carcere, ritirandosi poi dalla vita pubblica fino alla morte nel 2014, alleviata da un tardivo vitalizio Bacchelli. Mentre il povero Sanfretello, nonostante una violentissima terapia comprensiva anche di quaranta elettroshock, non ha mai riconosciuto il plagio.

Ciò che convince de Il caso Braibanti è proprio l’attenzione con cui gli autori hanno scelto di raccontare un evento decisivo per capire e interpretare un preciso momento della nostra storia: la partitura è complessa, gli intenti nobili, il risultato di gran pregio.

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