Spaceship Earth

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di Matt Wolf
genere: documentario – durata: 116 minuti – Stati Uniti 2020

Spettacolare ricostruzione del sogno di un manipolo di competenti volenterosi, Spaceship Earth è al tempo stesso testimonianza di un esperimento sociale e riflessione.

È il 26 settembre 1991 quando nel bel mezzo del deserto dell’Arizona i media seguono con attenzione l’ingresso di quattro donne e quattro uomini in tute blu da missione ultraplanetaria, in Biosphere 2, un prototipo di colonia spaziale. L’esperimento consiste in una replica in miniatura della biosfera terrestre: un’avveniristica struttura a cupola, popolata di specie animali e vegetali, che per due anni sarà tenuta sotto stretta osservazione scientifica. Obiettivo della missione è raccogliere dati sulla sopravvivenza e l’indipendenza degli otto “biosferiani” e delle altre forme di vita ospiti della “Spaceship Earth”. Vale a dire un’astronave Terra che con la sua stessa possibilità di colonia ricordi agli umani la crisi climatica e la finitezza delle risorse del pianeta, e inviti a praticare l’ecosostenibilità. Con la speranza, allora davvero visionaria, di replicarne il modello in altri contesti.


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APPROFONDIMENTO
Edoardo Baldoni per locchiodelcineasta.com

Matt Wolf, decide di raccontare le immagini di repertorio e le brevi considerazioni dei diretti interessati (interviste ai Biosferiani) dalle origini, ovvero dall’idea fantascientifica, nata in una comune degli anni 80′, da ragazzi entusiasti poco consci delle conseguenze, mossi più dalla voglia di vivere come i personaggi dei film futuristici che tanto amavano da ragazzi e dalla ricerca di una soluzione alla minaccia di un sempre più probabile disastro ecologico.

La narrazione del cineasta coinvolge grazie proprio a una strutturazione tecnica precisa e attenta, che mostra l’esperienza di Wolf nel girare e nel dirigere il montaggio di David Teague, il quale aiutato dalle musiche di Owen Pallett e dai silenzi ben orchestrati, alterna inizialmente le interviste dei protagonisti alla realtà hippie anni 70′-80′, per poi passare dal silenzio della Biosfera 2 alla calca delle televisioni fuori dallo Spaceship Earth, rendendo in questo secondo caso, dal punto di vista sonoro, una perfetta ambivalenza tra la sofferenza silente dei biosferiani (sempre più in difficoltà nel resistere) e la confusione mediatica delle telecamere e dei notiziari, pronti a cogliere il minimo passo falso dei nostri protagonisti.