La bicicletta verde (Wadjda)

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di Haifaa Al-Mansour
con Reem Abdullah, Waad Mohammed, Abdullrahman Algohani, Ahd, Sultan Al Assaf
genere: drammatico – durata: 100 minuti – Arabia Saudita, Germania 2012

Wadjda: All Star ai piedi e ai pedali, sulla strada della dignità della persona, nella speranza di far convivere il più possibile individuo e propria cultura.

Riyad, Arabia Saudita. Ogni giorno Wadjda passa davanti a un negozio di giocattoli e si ferma a guardare la bella bicicletta verde in vetrina. Anche se alle ragazze islamiche è proibito andare in bici, Wadjda sogna di comprarla e per raccogliere i soldi necessari escogita un piano: parteciperà a un concorso di lettura del Corano con in palio una cospicua somma di denaro. Con astuzia, cercherà un modo per sconfiggere i rivali e coronare il suo sogno.


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APPROFONDIMENTO
Giacomo d’Alelio per cinematografo.it

Classe 1974, Haifaa Al Mansour è la prima regista saudita nella storia del suo paese, che compie anche un’altra impresa: girare interamente un lungometraggio nel proprio territorio, e addirittura nella capitale, Riyad. Non ci sono sale da cinema in territorio saudita, sono vietate, e non si sa se passerà mai in televisione Wadjda, ma ne avrebbe molti diritti, mostrando una cultura senza macchiare, se non lasciando che il nero si spanda naturalmente dove il colore è già offuscato, in un paese dove si può entrare solo se musulmani, per motivi religiosi – la Mecca – e di lavoro.

Girato con un’apparente semplicità, molto attenta, è un film inevitabilmente tutto al femminile, dove piccole parti sono dedicate all’uomo, che non ne esce né bene né male, ma solo come parte di un sistema di regole.