L’uomo delfino – Dolphin Man. The story of Jacques Mayol

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di Lefteris Charitos
con Jacques Mayol, Jean-Marc Barr, Umberto Pelizzari, Dottie Mayol
genere: documentario – durata 78 minuti – Grecia, Francia, Canada, Giappone 2017

La vita di Mayol fu essa stessa cinema, come dimostra L’uomo delfino, il documentario di Lefteris Charitos che rievoca l’avventura esistenziale del leggendario apneista tra testimonianze di parenti e amici e materiali d’archivio.

Il film sulla straordinaria storia e sull’eredità di Jacques Mayol, campione di immersione sportiva che rivoluzionò il mondo dell’apnea riunendosi in totale armonia e simbiosi con il mare. Con la voce narrante di Jean-Marc Barr, protagonista de Il grande blu di Luc Besson, il film ci trascina nel mondo di Mayol, catturando il suo straordinario viaggio dal Giappone all’Europa, dall’India alle Bahamas, mentre permette allo spettatore di farsi lasciar trascinare nella sensoriale e trasformativa esperienza del free-diving.


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APPROFONDIMENTO
Lorenzo Ciofani per cinematografo.it 

Molti, forse, conoscono l’apneista Jacques Mayol per Le grand bleu di Luc Besson, che ne raccontava la storica rivalità con Enzo Maiorca (nel film chiamato Molinari per evitare grane: Maiorca la prese male comunque e bloccò la distribuzione per più di dieci anni). Jean-Marc Barr, già protagonista del cult di Besson, si cala ancora una volta nell’icona, prestando la voce (narrante) alle parole di colui che pensava il mare come unica casa possibile. Lo si evince, d’altronde, dal titolo che lo accosta al regno dei mammiferi marini per sottolineare la sua reale appartenenza. “Era come se ci conoscessimo da sempre” dice Mayol dopo il primo incontro coi delfini. La sua è una figura titanica che appartiene a una mitologia inconciliabile con il contemporaneo, un eroe romantico le cui gesta epiche venivano riportate nelle pagine della cronaca con la certezza che di lì a breve sarebbero entrate in quelle dei libri di storia.

Grazie alle straordinarie immagini d’epoca che ritraggono Mayol nella profondità degli abissi, L’uomo delfino restituisce lo stupore di quei documentari d’esplorazione tipici degli anni Cinquanta (Il mondo del silenzio e gli altri lavori di Jacques Costeau, Sesto Continente di Folco Quilici), facendo letteralmente immergere lo spettatore in una suggestiva esperienza sensoriale dominata dall’immensità del grande blu.

Oltre al racconto in apnea, Charitos si concentra anche sul profilo “mediatico” e “romanzesco” del personaggio. Evidenzia la complessità di un uomo sospeso tra la meditazione necessaria per mantenere il controllo e la fame di conquistare il mondo, l’esigenza di superare i limiti del corpo e della natura e la consapevolezza di non poter addomesticare i demoni interiori.