Est – Dittatura last minute

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di Antonio Pisu
con Lodo Guenzi, Jacopo Costantini, Matteo Gatta, Paolo Rossi Pisu
genere: commedia – durata: 104  minuti – Italia 2020

Tre provinciali in viaggio nell’Europa dell’est poco prima della caduta del Muro: l’avventura si trasforma in missione.

Ottobre 1989. Pago, Bibi e Rice sono tre amici ventiquattrenni che da Cesena partono per una vacanza nell’Europa dell’Est. Il muro di Berlino crollerà un mese dopo, a seguire ci sarà la dissoluzione dell’Unione Sovietica: “Sta finendo tutto e noi ce lo stiamo perdendo”, pensano, e vogliono essere testimoni del loro tempo. A Budapest incontrano Emil, un uomo che è fuggito dalla Romania di Ceausescu e chiede ai ragazzi di consegnare una valigia alla sua famiglia a Bucarest, dando il via ad un’avventura emozionante e pericolosa. Tratto dal memoir Addio Ceausescu. Tre giovani romagnoli alla scoperta e all’avventura oltre la Cortina di Ferro di Maurizio Paganelli, Andrea Riceputi.


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APPROFONDIMENTO
Lorenzo Ciofani per Cinematografo.it

Racconto di formazione e road movie a poche settimane dalla caduta del Muro di Berlino, Est s’inserisce nella scia di quei film in cui il viaggio inteso come scoperta di un mondo sconosciuto costituisce occasione di crescita per giovani desiderosi di vivere esperienza fuori dall’ordinario. Est è un passo avanti per Antonio Pisu, che pur con qualche ingenuità (la persistenza della musica, la direzione degli attori specie italiani, qualche caduta di tono, gli elementi folkloristici) costruisce una commedia malinconica che mette in connessione il dolore di un passato ingombrante con quello meno esposto (a noi occidentali) del desolante presente.

A dargli più di una mano c’è lo sguardo di Adrian Silisteanu, già direttore della fotografia per i film di Adrian Sitaru (Fixeur e Illegittimo, tra i titoli più interessanti della new wave nazionale), che attraverso cromatismi cupi e bruni sembra dialogare con il regista italiano nell’interpretare, per mezzo di una storia di ieri, l’oggi di una nazione che continua a rimandare l’appuntamento con la modernità. Da par suo, Pisu è più attento alla lettura di una gioventù che allora come adesso sceglie di andare oltre confine nell’attesa che la patria conceda gli spazi per crescere davvero. Scontata e ammiccante benché efficace e attendibile la scelta di Felicità di Albano e Romina, sul cui ritmo martellante cerca d’accordarsi tutto il film, che però sembra più vicino all’altrettanto ossessiva presenza de L’ombra della luce di Franco Battiato (c’è anche Voglio vederti danzare).