16.00, 17.45 e 19.30 Tutti pazzi a Tel Aviv / 21.30 Si muore tutti democristiani
Mercoledì 15 Maggio
/ CINEMA ore 16.00, 17.45 e 19.30
Tutti pazzi a Tel Aviv (Tel Aviv On Fire)
di Sameh Zoabi
con Kais Nashif, Lubna Azabal, Yaniv Biton, Maisa Abd Elhadi, Nadim Sawalha, Salim Dau, Yousef ‘Joe’ Sweid, Amer Hlehel, Laëtitia Eïdo, Ashraf Farah
genere: commedia – durata: 100 minuti – produzione: Lussemburgo, Francia, Belgio, Israele 2018
Presentato nella sezione Orizzonti della 75. Mostra del Cinema di Venezia, Tel Aviv on Fire è un’intelligente commedia ambientata fra il set di una Soap Opera araba e la frontiera fra Gerusalemme e la Cisgiordania. Sameh Zoabi riesce a imbastire una storia che si lascia dietro i pregiudizi e si concentra invece sul progresso e sul futuro di una nazione frammentata e segnata da un odio secolare.
Sameh Zoabi, sceneggiatore e regista palestinese, già nei sui film precedenti, premiati in molti festival dal Sundance a Locarno, aveva cercato una chiave per raccontare il conflitto interno legato alla difficile condivisione dei territori con Israele.
Tel Aviv on Fire si affida ai toni del grottesco e alla leggerezza di una comicità parimenti intrisa di umorismo palestinese ed ebraico. La vicenda, quella di un aspirante sceneggiatore di una soap prodotta a Ramallah, ben si presta allo humour corrosivo che colpisce le caratteristiche entrambe le tradizioni. Salam, il protagonista, dovendo dar vita a un ebreo si fa aiutare da Assi, il capitano israeliano del posto di blocco che è costretto a passare ogni giorno.
Tra vivaci scambi di idee e humus condivisi, tra i due i punti di contatto si mostrano sempre più evidenti, anche quando litigano per quale piega far prendere alla soap. Fino al colpo di scena finale, che fa letteralmente saltare ogni barriera. E’ in questo senso particolarmente interessante che una parte dell’ambientazione sia proprio un posto di blocco, frontiera fisica culturale e mentale. Corrispettivo reale delle differenze che la soap fa rivivere sul set. La vita è un film, il finale è nelle mani degli uomini.
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Ingresso
Intero • € 7,00
Ridotto soci UniCoop Firenze • € 6,00
Ridotto over 65 (fino alle ore 18.30, esclusi festivi e prefestivi) • € 6,00
Omaggio bambini • ingresso omaggio solo la domenica
Ridotto studenti under 18 • € 5,00
Ridotto studenti universitari (solo per ultima replica del giorno) • € 5,00
PROVA L’APERICINEMA DE “I RAGAZZI DI SIPARIO”
con le specialità preparate dai nostri ragazzi
APERICINEMA • ingresso al film + aperitivo = € 12,00
/ CINEMA ore 21.30
Per la rassegna CIAK SUL LAVORO
La rassegna Ciak sul lavoro, giunta quest’anno alla 14ª edizione, è promossa da Filcams CGIL di Firenze e Toscana e organizzata e curata da Associazione Anémic.
Si muore tutti democristiani
Saranno presenti i registi
di Il Terzo Segreto di Satira
sceneggiatura Il Terzo Segreto di Satira, Ugo Chiti
fotografia Luca Sabbioni
musica Gianluca Misiti
con Marco Ripoldi, Massimiliano Loizzi, Walter Leonardi, Renato Avallone, Valentina Lodovini, Francesco Mandelli, Martina De Santis, Augusto Zucchi, Paolo Rossi, Lucia Vasini, Cochi Ponzoni
Italia 2017, colore, 90 minuti
La prima prova cinematografica del Colletivo TSS non poteva non tener conto di un preciso riferimento autobiografico. Ai tre videomaker protagonisti del film, che realizzano documentari a tema sociale, e faticosamente provano ad arrivare a fine mese, si palesa l’occasione per svoltare (o giù di lì): un doc per l’onlus giudiziariamente chiacchierata Africando, coinvolta in uno scandalo di riciclaggio di denaro e truffa ai danni degli immigrati. Il lavoro langue. Hanno fondato una casa di produzione che si barcamena tra video per il sociale, per i sindacati e persino per i matrimoni, cercando di mantenere sempre una sorta di coerenza etica e politica. Ora ecco un lavoro importante e soprattutto ben remunerato. Ma dai lati oscuri. Un lavoro sporco? Che fare? “Meglio fare cose pulite con i soldi sporchi o cose sporche con soldi puliti?”. I nostri eroi, ciascuno a suo modo, si muovono sull’altalena della convenienza, cercando, ciascuno a suo modo, di salvare il salvabile. Di pacificare motivazioni e giustificazioni. Spinte e controspinte. Concessioni e gratificazioni. Rispetto delle regole, salvaguardia dei principi, correttezza dei comportamenti. Ma fino a quando? Accomunati dagli stessi ideali e dalle stesse convinzioni politiche, hanno alle spalle un passato antisistemico, militando, pur con inclinazioni diverse, tra le file della cosiddetta sinistra. Però…. Uno si è sistemato materialmente convolando a nozze con la figlia di un industrialotto del mobile. L’altro, il duro e puro, continua dibattersi fuori tempo massimo sulla liceità morale dei propri atti, figlio di un rigore ideologico ormai evaporato come neve al sole. Il terzo, accomodante e disponibile, coltiva il suo scheletruccio nell’armadio: doveva andare coi compagni a manifestare al G8 di Genova, ma si imboscò a La Spezia a fare il bagno. Poi ci sono i sindacati che vorrebbero uno spot per il Primo Maggio innovativo, ma le coppie gay con figli anche no. Accetteranno il compromesso per una serenità economica altrimenti irraggiungibile, figlia del precariato e del malessere sociale? Scenderanno a patti con i propri ideali per avere una sicurezza economica? Cinico e baro come il destino, sullo sfondo di un’Italia in crisi, che contrasta con le passioni e i sogni di cui si nutre, Si muore tutti democristiani costruisce una riflessione ironica e tagliente sulla situazione contemporanea del Belpaese. Il titolo cita la prima pagina del manifesto del 28 giugno 1983, il giorno dopo le elezioni politiche.
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Ingresso
Intero • € 4,00