Almost nothing. CERN: la scoperta del futuro

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di Anna de Manincor, Zimmer Frei
genere: documentario – durata: 74 minuti – Belgio, Francia, Italia 2018

Il ritratto di una città ideale, sperimentale, democratica, e di una comunità urbana in perenne costruzione e ricostruzione.

Nel palazzo della conoscenza non ci sono molte risposte. Tante sono invece le domande e le ammissioni di ignoranza. Se non fosse così, se non ci fosse un così vasto bisogno di ricercare, scoprire e capire ciò che ancora non conosciamo, non avrebbe senso alcuno l’esistenza del CERN, l’organizzazione europea per la ricerca nucleare, il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle.
La regista Anna De Manincor, del collettivo artistico bolognese ZimmerFrei, racconta questo luogo, che si estende per diversi chilometri e conta una popolazione di circa diecimila persone, come fosse una città. Almost nothing. CERN: la scoperta del futuro osserva con passione e ironia una comunità scientifica al lavoro.


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APPROFONDIMENTO
Paula Frederick per sentieriselvaggi.it

Nato da un lavoro di ricerca di quattro anni – insieme al collettivo ZimmerFrei – Almost nothing è un corpo cinematografico ancora vivo, un viaggio incompiuto che si contrae e si accelera come le particelle, come se fosse una porta sempre aperta che permette di affacciarsi ma senza sapere se riusciremo ad arrivare alla stanza successiva. Seguendo il percorso umano degli scienziati, che vivono in una sorta di dimensione sospesa, in costante attesa di una scoperta che forse nemmeno riusciranno a vedere materializzata, la regista prende anche la musicalità delle macchine e degli spazi del centro, come parte di un grande tessuto entropico che segue il flusso dell’umanità. Il movimento coreografico e costante di fili, cavi, pezzi e parti metalliche – che viaggiano nel tempo e a volte sembrano parte del futuro, altre di un film distopico e altre scavi quasi archeologici – si confronta con l’immagine ferma di un volto umano che chiude gli occhi e la mente un attimo, soltanto per prendere aria e rendersi conto del suo presente, della sua fragilità.

Più che la replica di un modello di società utopica, oppure la morte di una utopia, Almost Nothing è soprattutto un documento sulla consapevolezza del fatto che c’è qualcosa che ci sfugge, sulla concezione del tempo come un ente estraneo e organico che segue il proprio ritmo, sulle idee che si perdono nel flusso quotidiano e rischiano sempre di morire prematuramente. Alla fine, il CERN è un luogo fatto di contrasti, di scoperte e frustrazioni, di luce e buio, di movimenti meccanici ed emozioni umane. Un posto che al di là di tutto sempre va avanti, come il documentario, verso una nuova idea di cinema, di mondo, di futuro.