17.00 e 19.15 On the Milky Road / 21.30 7 minuti

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Martedì 16 Maggio


/ CINEMA ore 17.00 e 19.15

On the Milky Road – Sulla Via Lattea

Di Emir Kusturica
Con Monica Bellucci, Emir Kusturica, Predrag Manojlovic, Sloboda Micalovic, Sergej Trifunovic
Drammatico, durata 125 min. – Serbia, Messico, USA, Gran Bretagna 2016

Animali, (belle) donne, botti, guerra e danze: Emir Kusturica è tornato. Con Monica Bellucci.
Il regista è anche protagonista nei panni di un soldato che dopo la guerra si vede chiuso tra due donne: la sorella di un eroe di guerra in procinto di tornare al villaggio e che lo vuole sposare e una contadina portata lì da un’altra città proprio per far sposare l’eroe. Ma l’ex-marito di questa donna le sta dando la caccia. Kusturica scrive un melodramma oltre ogni riga ambientato – come da tradizione – ai confini geografici e storici della guerra civile jugoslava.

La guerra però stavolta è solo lo sfondo, nemmeno il contesto, le bombe iugoslave che non fanno male e quelle senza bandiera (le tute nere delle forze speciali private come allegoria dell’ONU?) che invece uccidono servono per caricare e dare forza simbolica alla storia d’amore che, assieme ai concetti di bellezza e poesia naturalista (gli animali grandi mattatori fin dalla prima buffa sequenza, i frutti, i luoghi dell’entroterra serbo), riescono a far superare ogni orrore, con il rischio però di lasciare vuoti incolmabili.
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Mirko Granata per Cinematografo.it • Recensione completa)
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Ingresso
Intero € 7,00
Ridotto soci UniCoop Firenze € 6,00
Ridotto over 65 (fino alle ore 18.30, esclusi festivi e prefestivi) € 6,00
Ridotto studenti universitari (dalle ore 22.00) € 5,00

 

Dalle 19.00 alle 21.00
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con le specialità preparate dai nostri ragazzi
APERICINEMA • ingresso al film + aperitivo = € 12,00

 

/ CINEMA ore 21.30
CIAK SUL LAVORO, rassegna a cura di Associazione Anémic
Organizzazione e redazione: Gianna Bandini, Marco Pesci, Gabriele Rizza, Alessandra Sarri

7 minuti

Sarà presente l’attrice Ottavia Piccolo
Regia: Michele Placido
Sceneggiatura: M. Placido, Stefano Massini, Toni Trupia
Fotografia: Arnaldo Catinari
Musica: Paolo Buonvino
Interpreti: Ottavia Piccolo, Cristiana Capotondi, Violante Placido, Ambra Angiolini, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Clémence Poésy, Sabine Timoteo, Anne Cosigny
Italia 2016; col.; 90 min.

Sette minuti. Un numero cabala. Fra samurai, spose, fratelli e vizi capitali. Ma anche una pausa. Uno stacco: giusto per prendere un caffè. Quattrocentoventi secondi di vita. Decisivi? Diciamo fondamentali per capire (far capire) come vanno le cose del lavoro e sui posti di lavoro oggi nel sistema sedicente globalizzato. Una insignificante porzione di tempo che diventa una voragine in cui far sprofondare anni di lotte e di conquiste. Una di quelle tessere domino che una volta mossa (dismessa) fa crollare tutta la fila. C’è la crisi che sembra non finire mai. Almeno da noi. C’è l’azienda tessile che non ce la fa più e cede l’attività alla multinazionale del caso. Lo squalo è in arrivo. Pronti i ridimensionamenti (i tagliatori di teste) per far quadrare i conti. Meglio di niente. I licenziamenti all’orizzonte, la cassa integrazione, la disoccupazione, le famiglie che non arrivano a fine mese, tutto un tessuto sociale che su quel lavoro fonda, se non il benessere, la propria sopravvivenza. Ci sono padroni, vecchi e nuovi, i ricatti, le trattative, le attese, le speranze, i giochi sporchi, il bastone e la carota, e in cima, qui e ora, a giocarsi il destino attorno a un tavolo, c’è un consiglio di fabbrica, undici donne 11, nove operaie, un’impiegata, una rappresentante sindacale, che devono prendere una decisione. Per sé e per tutte le loro compagne. Non sarà facile. Da un bel testo teatrale di Stefano Massini, che si aggancia a una storia vera, secondo lo stile del drammaturgo fiorentino passato al Piccolo di Milano, Michele Placido gira un film corale, specchiandosi nel classico La parola ai giurati (1957) di Sidney Lumet. Quando una sentenza di condanna che sembrava scontata si impantana nei dubbi, genera interrogativi, provoca discussioni a non finire, smuove l’ago del giudizio e semina inquietudine e incertezza sulla strada da imboccare. Qui davanti non c’è la vita di un uomo. Ma ugualmente il mulinello su quale sia la cosa giusta, ruota nell’aria e nella testa delle protagoniste. Tutte portatrice di un pizzico di verità, la ventenne neoassunta e la veterana, l’immigrata albanese, l’africana, la semitossica, l’incidentata, ognuna col suo  spicchio di vita, una porzione di relatività, un contributo di rabbia, rivolta, logica. Il voto finale sfuma nel thriller. L’attesa non sarà vana. Bravissimo il cast. Una vera squadra, undici senza panchinari. Scorrono i Dardenne (Due giorni, una notte), Ken Loach, Stéphane Brizé, sullo schermo di Placido per questa storia (minimalista) di dignità messa in pericolo dalle dinamiche economiche e da quella legge del mercato in nome della quale si compiono oggi le peggiori nefandezze. Un film necessario che mette sul piatto, sic et simpliciter, il tema dell’erosione dei diritti dei/delle lavoratori/lavoratrici, in balia di quella compravendita selvaggia in cui le richieste della proprietà sono in realtà condizioni cui non si può dire di no. Non ci vuole nulla, ci dicono Massini, Placido, Piccoli e “compagne”, a perdere tutto se si abbassa la guardia, anche solo per (gli apparentemente insignificanti) sette minuti.
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Ingresso
Intero € 4,00