17.00 Florida / 19.00 Sole Alto / 21.30 Storie sospese

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Venerdì 20 Maggio


/ CINEMA ore 17.00

Florida

Di Philippe Le Guay
Con Jean Rochefort, Sandrine Kiberlain, Anamaria Marinca, Laurent Lucas, Tommy O’Brien
Commedia, Ratings: Kids+13, durata 110 min. – Francia 2015

Una commedia amara sull’avanzare dell’età e l’intermittenza della memoria. Uno strepitoso Jean Rochefort interpreta Claude, un vitalissimo ottantenne che coinvolge nelle sue bizzarre vicende la figlia Carole
Dopo averci regalato due piccoli gioielli della cinematografia d’ Oltralpe (Le donne del 6° piano e Molière in bicicletta), Philippe Le Guay rivolge il proprio sguardo a quel momento difficile nella vita di molti in cui i figli si trovano a divenire genitori dei propri genitori.
Claude Lherminier, ottant’anni e ancora molto vitale, prende un aereo che dalla Francia lo porta fino in Florida, dove si reca per far visita alla figlia Alice, sposata a un americano e trasferitasi a Miami. Con il dipanarsi della trama si renderanno chiari gli eventi, occorsi qualche settimana prima, che hanno preceduto (e deciso) il viaggio.
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Ingresso

Intero € 7,00 • Ridotto € 6,00 per soci UniCoop Firenze e correntisti Banca di Cambian0

Dalle 19.00 alle 21.30
PROVA L’APERICINEMA DE “I RAGAZZI DI SIPARIO
con le specialità preparate dai ragazzi coordinati da Matteo Alessi
APERICINEMA • ingresso al film + aperitivo = € 12,00

 

/ CINEMA ore 19.00

Sole Alto

Di Dalibor Matanic
Con Tihana Lazovic, Goran Markovic, Nives Ivankovic, Mira Banjac, Slavko Sobin
Drammatico, durata 123 min. – Croazia, Serbia, Slovenia 2015

Sole Alto, inno all’amore e alla vita attraverso tre decenni e due nazioni nel film più bello dell’anno. È meraviglioso scoprire che c’è ancora un regista che sa raccontare una storia attraverso le immagini. Potremmo perfino levare i dialoghi tanta e tale è la potenza visiva di questo racconto. Non perdetevelo.

Sole Alto di Dalibor Matanic è il film più bello dell’anno. Giudizio insindacabile. Perché è meraviglioso scoprire che c’è ancora un regista che sa raccontare una storia attraverso le immagini. Potremmo perfino levare i dialoghi tanta e tale è la potenza visiva di questo racconto. Tre decenni, due nazioni, un amore, recita il poster internazionale di Zvizdan.
Una locandina arancione, cromatismi antonioniani anni settanta, una palla bianca solare in alto che allunga immensamente sullo sfondo le ombre di due piccolissime sagome nere che si abbracciano. 1991, 2001, 2011: le tre date che dividono in tre segmenti temporali, compressi in pochi istanti di quotidianità, le vite di tre giovanissime coppie, possibili e non. Jelena e Ivan, Ante e Natasa, Marija e Luka, interpretati sempre dagli stessi due attori: Tihana Lazovic e Goran Markovic.
(Davide Turrini)
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Ingresso

Intero € 7,00 • Ridotto € 6,00 per soci UniCoop Firenze e correntisti Banca di Cambiano


/ CINEMA ore 21.30
Dal 17 al 25 maggio, 11° edizione di CIAK SUL LAVORO, rassegna promossa da FILCAMS CGIL della Toscana e di Firenze e da associazione Anémic per parlare di lavoro, società e diritti.
Tutti i film in programma saranno proiettati alla presenza dell’autore.

Storie sospese

Sarà presente il regista Stefano Chiantini
Regia: Stefano Chiantini
Sceneggiatura: S. Chiantini, Luca Benedetti, Chiara Ridolfi, Marta Manzotti
Fotografia: Tarek Ben Abdallah
Musica: Piernicola Di Muro
Interpreti: Marco Giallini, Maya Sansa, Alessandro Tiberi, Antonio Gerardi, Pietro Bontempo, Simonetta Solder, Giorgio Colangeli, Sandra Ceccarelli
Italia 2015; colore: 95 min.

In un cantiere d’alta montagna, un gruppo di rocciatori lavora per mettere in sicurezza le pareti dell’impervio versante di un monte. A causa di un incidente costato la vita a un compagno di squadra nel corso di un’operazione, il cantiere chiude e Thomas (come si chiama il nostro protagonista, un Marco Giallini che non ti aspetti, uomo ruvido, introverso, disilluso, solitario) perde il lavoro. Arriva in soccorso la chiamata di Ermanno, un vecchio “collega di roccia” che adesso gestisce una piccola impresa. Il nuovo incarico gli ridà sicurezza economica (ha moglie e tre figli da mantenere) ma provoca sacche di inquietudine nella propria coscienza. Con il nobile scopo di posizionare dei prismi ottici per effettuare rilevamenti sui monti che circondano un paesino abruzzese dove le crepe nei muri si stanno moltiplicando, il suo intervento copre in realtà le scorrettezze legate alla costruzione di un traforo per un nuovo percorso autostradale. Poi ci sono le norme di sicurezza che latitano, i rischi ambientali che aumentano e allora l’alternativa è  pressante: mantenere il posto appena ottenuto o denunciare le verità scoperte? Troverà degli alleati ma scegliere non sarà facile.

Stefano Chiantini (40 anni, abruzzese, formatosi alla scuola di maestri della scrittura come Scarpelli, Cerami, Petraglia e Bruni), a distanza di quattro anni da Isole, per il suo terzo lungometraggio di finzione, dal mare delle Tremiti si trasferisce in montagna, e muove  dalla vicenda reale di un borgo dell’Appennino bolognese che da anni combatte con il dissesto geologico del territorio, secondo gli abitanti, causato dai lavori di raddoppio dell’autostrada. Il lavoro che manca e le morti sul lavoro che non diminuiscono. Il tema è quanto mai attuale. La storia resta sospesa ma la denuncia fa sentire la sua voce. E non è solo questione di eco.
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Ingresso

Intero € 4,00