15.30 Matilda 6 mitica / 17.30 e 19.30 Noi e la Giulia / 20.30 Timbuktu

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Sabato 28 Marzo


/ CINEMA ore 15.30
Gli Spostati, in collaborazione con:
Spazio Alfieri – Quelli della Compagnia – SNCCI Gruppo toscano, presentano
IL SABATO DEI RAGAZZI

Il “diverso”
Sempre più nella società contemporanea il “diverso” è accanto a noi, che a nostra volta siamo “diversi” per genere, colore, religione, cultura, modi di vestire e di vivere. Se tutti siamo “diversi”, in fondo nessuno lo è. Si tratta di imparare a conoscersi e a rispettarsi, fin dai primi anni di scuola, senza pregiudizi. Anche il cinema può dare una mano.

Matilda 6 mitica – Matilda

Di Danny DeVito (Usa 1996 – col – 93’)
Con Mara Wilson, Danny DeVito, Rhea Perlman, Embeth Davidtz, Pam Ferris

Da un romanzo di Roald Dahl, DeVito ha colto l’energia positiva della piccola e vispa protagonista, tormentata dai genitori borghesi e distratti e da una preside dispotica, rappresentandone a sorpresa l’intelligenza vivace e le sue qualità nascoste.

Tutti i film saranno introdotti da animatori o docenti di Scienze della Formazione.
A seguire “merendina” a cura dei ragazzi di Sipario.
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Ingresso
intero € 5,00 • Ridotto € 4,00 per ragazzi fino a 12 anni • Ridotto + merendina € 6.00


/ CINEMA ore 17.30, 19.30

Noi e la Giulia

Di Edoardo Leo
Con Luca Argentero, Edoardo Leo, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Stefano Fresi
Commedia, durata 115 min. – Italia 2015

“La grande sfida è stata, per me, quella di raccontare temi così seri con la lente della commedia. Riuscire a divertire, senza togliere gravità a quella che è forse la maggior piaga sociale di questo tempo. Una storia dei nostri giorni” dice l’attore e regista.

A due anni di distanza da Buongiorno papà Edoardo Leo torna con il suo terzo film dietro la macchina da presa, raccontando una storia che affronta un tema sociale sensibile come la crisi, in cui l’Italia si ritrova oramai da diversi anni. Un nervo scoperto del Bel Paese raccontato da Fabio Bartolomei in Giulia 1300 e altri miracoli, libro edito da Edizioni E/O a cui il regista si è ispirato, scrivendo la sceneggiatura a quattro mani insieme a Marco Bonini.

Noi e la Giulia, questo il titolo, racconta la storia di quattro disoccupati, che senza nemmeno conoscersi decidono di fuggire dalla città per avventurarsi in un’impresa rocambolesca, disposti a giocarsi il tutto per tutto. Diego, interpretato da Luca Argentero, Fausto a cui presta il volto lo stesso Edoardo Leo e Stefano Fresi nei panni di Claudio, sono tre quarantenni insoddisfatti delle proprie vite, uniti dal comune intento di mettersi in società per restaurare una vecchia masseria trasformandola in un agriturismo.

“La generazione del Piano B” come dice Argentero in una battuta del suo personaggio nel film “Lavorare in questo Paese fa così schifo che quando allo schifo per il lavoro si aggiunge quello per la città, cominci a elaborare il tuo piano B”. A loro si uniranno, in corso d’opera, Sergio (Claudio Amendola), un cinquantenne irruento ed Elisa, una giovane donna incinta, interpretata dalla splendida Anna Foglietta. Ma proprio sul più bello, nel momento in cui stava per iniziare il progetto, non tarderanno ad arrivare i primi problemi di cui Vito, Carlo Buccirosso, è l’ambasciatore. L’attore napoletano si cala nei panni di un curioso camorrista pronto a ostacolare il loro sogno e venuto per chiedere il pizzo, alla guida di una vecchia Giulia 1300, la mitica Alfa Romeo del titolo. Sarà proprio questo imprevisto, a cui l’improbabile gruppo di protagonisti dovrà far fronte, a innescare una serie di sconclusionati eventi, che danno vita a una commedia dai tratti tragicomici.

Un film che non parla soltanto di amicizia, quella nata per caso tra i cinque personaggi, ma che va a fondo di un problema così delicato come quello della camorra, che affligge la terra in cui è ambientata la storia. Nel loro sogno i protagonisti non hanno fatto i conti con ciò che succede in quelle regioni, ma decidono comunque di non mollare, lottando come possono per loro stessi e per non cedere a un sistema corrotto.

“La grande sfida è stata, per me, quella di raccontare temi così seri con la lente della commedia. Riuscire a divertire, senza togliere gravità a quella che è forse la maggior piaga sociale di questo tempo. Una storia dei nostri giorni. Una storia di resistenza civile. E inoltre, tema non secondario, raccontare un passaggio generazionale dei quaranta-cinquantenni nel nostro paese” ha raccontato Leo, che ha pensato all’avventura di questi cinque “sconfitti” come a una sorta di rivalsa da prendere come ispirazione per reagire di fronte a qualsiasi tipo d’ingiustizia quotidiana.
(Aurelio Verità, Il Fatto Quotidiano)
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Ingresso
Intero € 7,00 • Ridotto € 6,00 per soci Unicoop Firenze e correntisti Banca di Cambiano

Dalle 19.00 alle 21.30
PROVA L’APERICINEMA DE “I RAGAZZI DI SIPARIO
con le specialità preparate dai ragazzi coordinati da Matteo Alessi
APERICINEMA • ingresso al film + aperitivo = € 12,00

 

/ CINEMA ore 20.30

Timbuktu

Di Abderrahmane Sissako
Con Ibrahim Ahmed, Toulou Kiki, Abel Jafri, Fatoumata Diawara, Hichem Yacoubi
Titolo originale Le chagrin des oiseaux
Drammatico, durata 97 min. – Francia, Mauritania 2014

Il film di Sissako è semplicemente ipnotico. Siamo così alieni a quei linguaggi, paesaggi e usanze da rimanere letteralmente incantati di fronte alla bravura degli attori, alla potenza dei personaggi e alla bellezza dei paesaggi. Presentato con successo in Concorso all’ultimo Festival di Cannes 2014, ha avuto l’onore di entrare nella cinquina per Miglior Film Straniero alla 87esima edizione degli Oscar in arrivo il prossimo 22 febbraio.

Se era già bello prima… ora Timbuktu sembra proprio il film del presente storico che stiamo vivendo. È ovvio che il pensiero andrà al califfato di Abu Bakr al-Baghdadi (ISIS) quando uscirete da questa storia bellissima sulla tolleranza religiosa di un Islam pacifico in contrasto con il fanatismo di fondamentalisti che nel film del regista proveniente dalla Mauritania Abderrahmane Sissako occupano fin dalla prima immagine la città di Timbuktu nel nord del Mali, in piena Africa Occidentale poco a sud dell’Algeria.

Nella realtà Timbuktu è stata liberata dai fondamentalisti nel 2013 grazie all’intervento del governo francese. Il film racconta di un tempo sospeso in cui questo gruppo di occupanti anche piuttosto maldestri e divisi tra loro (divertente la figura di quello incapace di rispettare i dogmi ed interessato molto di più al sesso di quello che vorrebbe far credere), sono pronti a prendere il controllo di una comunità pacifica divisa tra la totale indifferenza nei loro confronti e una sempre più evidente esasperazione per via di regole sempre più assurde da seguire (una donna protesterà per l’obbligo di mettersi dei guanti che a suo dire le impedirebbero di fare bene il suo lavoro).

Non lontani dalla città vivono il pastore Kidane con sua moglie Satima e la figlia Toya. Riusciranno a rimanere separati da quel fanatismo religioso sempre più invadente oppure anche loro avranno a che fare con quel gruppo di jihadisti a metà strada tra l’armata Brancaleone e la più spietata cellula jihadista (sono pronti a discutere per ore con l’Iman del luogo convinti che il Corano sia dalla loro parte). Nel frattempo… Kidane, Satima e Toya vivono sempre più nascosti nella loro oasi fuori dal tempo, tra chiacchiere, bevute, giochi e atti di generosità. Kidane stima il piccolo guardiano di buoi Issan al punto da volergli donare parte del suo bestiame.

Il film di Sissako è semplicemente ipnotico. Siamo così alieni a quei linguaggi, paesaggi e usanze da rimanere letteralmente incantati di fronte alla bravura degli attori, alla potenza dei personaggi e alla bellezza dei paesaggi. C’è un’angoscia che cresce costante. Un senso della tragedia imminente. Eppure, il regista è bravissimo a inquadrare le crepe di umanità e buon senso anche tra i jihadisti apparentemente più duri e puri.
In edizione italiana il film sarà doppiato per tutte le parti in lingua bambara e berbero (il linguaggio degli autoctoni del Mali) mentre la parlata degli jihadisti (ovviamente l’arabo) manterrà l’originale con i sottotitoli in italiano.
Francesco Alò
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Ingresso
Intero € 7,00 • Ridotto € 6,00 per soci Unicoop Firenze e correntisti Banca di Cambiano