Nilde Iotti, il tempo delle donne

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di Peter Marcias
con Paola Cortellesi
genere: documentario – durata: 80 minuti – Italia 2020

Un viaggio in compagnia di un’anima nobile, una figura scomoda ed emblematica del Novecento che ha segnato le tappe di una crescita collettiva e scandito il tempo delle donne.

Attraverso immagini di repertorio, testimonianze di chi l’ha conosciuta e i suoi pensieri restituiti dall’attrice Paola Cortellesi, la vicenda umana e politica di Nilde Iotti deraglia dal sentiero biografico e penetra nel vivo delle nostre esistenze, oggi rese migliori dal suo coraggio che scardinò tabù ed emancipò la società civile italiana. Come se l’appassionante storia di Nilde appartenesse a tutti noi.


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APPROFONDIMENTO
Jacopo Fioretti per cinematographe.it

Il sardo Peter Marcias, uno specialista di ritratti femminili, che a 10 anni da Liliana Cavani, una donna nel cinema torna alle Giornate degli Autori con il documentario Nilde Iotti – Il tempo delle donne, evento speciale, prodotto da Mario Mazzarotto per Ganesh Produzioni e Movimento Film.
Perché Nilde Iotti? Perché la sua vita ha scandito tutte le tappe del percorso di affermazione femminile nel nostro Paese, sempre nel rispetto delle istituzioni, e il suo lascito sia politico che umano è rintracciabile nelle pieghe della nostra società ancora oggi, resa più moderna, giusta e democratica dalle sue battaglie e dai suoi esempi.

Peter Marcias assembla un viaggio alla scoperta della vicenda umana e politica di una figura che nella sua testa aveva una società più evoluta di quella dell’epoca, senza patria potestà e concetto di dote, dove era prevista la regolamentazione dell’aborto e del divorzio o, ancora, il riconoscimento dei figli illegittimi. Tutti risultati epocali che ottenne “da sola”, come lei stessa ha sempre sottolineato, prima ancora delle lotte per gli orari del lavoro femminile e la riforma elettorale del 1993. Da sola, “zdora” regale e gentile, in un contesto in cui le donne nel migliore dei casi per esprimere un’opinione dovevano indossare i pantaloni.

La forza di questo documentario, che è quella del cinema, sta nell’immediatezza di un botta e risposta tra un parroco che accusa una donna di peccare perché prende la pillola e lei che difende la sua scelta, dicendo che con il solo salario del marito non può permettersi di far studiare tutti e 5 i suoi figli e che quindi vuole avere modo di andare a lavorare. Un racconto dal sapore quotidiano, nulla di solenne o di preparato. La semplice dimostrazione di come la più grande conquista di Nilde Iotti è stata cambiare la testa proprio delle donne, modificando la loro percezione di se stesse, prima come individui singoli e poi come facenti parte di una società.